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La medicina soccombe e la tecnologia vince, anche il premio Nobel

la medicina soccombe

Il Premio Nobel 2023 per la Fisiologia e Medicina assegnato a Katalin Karikó e Drew Weissman riconosce un’interessante serie di scoperte che hanno reso possibile l’applicazione al campo umano di una tecnologia, quella basata sull’mRNA.

Il valore delle scoperte e degli studi di Karikó e Weissman viene oscurato dalle motivazioni del premio Nobel. Infatti, l’Accademia dei Nobel del Karolinska Institute dichiara che il Premio Nobel per la Fisiologia e la Medicina 2023 è stato assegnato congiuntamente a Katalin Karikó e Drew Weissman “per le loro scoperte riguardanti le modifiche di base che hanno consentito lo sviluppo di efficaci vaccini a mRNA contro COVID-19“. Secondo questa dichiarazione, viene premiata la scoperta di una tecnologia al fine di premiare un’applicazione clinica, per altro commerciale (ricordiamo quanto si sono arricchite le grandi case farmaceutiche). In altre parole, poiché non si poteva dare il Premio Nobel alle case farmaceutiche che hanno salvato l’umanità dal COVID-19, si premiano due scienziati che sono stati i promotori della tecnologia. Le considerazioni (negative) che si possono fare su questa formulazione infelice sono molte, ne citiamo le più evidenti.

  1. È estremamente scorretto premiare in contemporanea la tecnologia e l’utilizzo che ne fa la scienza. Tecnologia e Scienza non vanno di pari passo, una scoperta tecnologica da premio Nobel può essere usata nocivamente da una Scienza che non è da Premio Nobel. In questo caso poi, abbiamo l’aggravante che non è neanche la scienza che ha utilizzato in maniera discutibile la tecnologia, bensì le case farmaceutiche.
  2. L’istituzione del Premio Nobel riceve l’ennesimo schiaffo morale e viene discreditata in maniera definitiva anche la categoria “fisiologia e medicina”. A voler essere idealisti, possiamo dire che il Premio Nobel ha perso significato ormai da anni in molte categorie. Se invece vogliamo rivedere con senso critico la storia del Premio Nobel possiamo solo concludere che questa onorificenza altro non è mai stata che un’operazione di marketing rivestita di autorevolezza accademica. Anche nella scienza in passato ci sono state delle attribuzioni per lo meno spinte, ma questa volta la politica e la speculazione finanziaria sono veramente le motivazioni alla scelta del Premio Nobel 2023. Si tratta di un suggello politico che vuole legittimare l’utilizzo del prodotto commerciale e mettere una pietra tombale sui dubbi di efficacia e sicurezza, che non devono essere messe in discussione. Perché? È chiaro ormai che su questo specifico farmaco gli interessi finanziari sono in calo, data la naturale evoluzione di un’influenza ad instaurare una pacifica convivenza con gli esseri umani. Si preparano forse future pandemie e futuri sviluppi di nuovi farmaci che avranno ricevuto il riconoscimento ufficiale di un Premio Nobel? Che questo Premio Nobel sia una medaglia politica è testimoniato dalle pronte dichiarazioni delle virostar di turno, i burioncini o galli cedroni riesumati da giorni di gloria, che hanno commentato: “Risposta a chi avvelena con bugie”, “Buona risposta al pattume pseudoscientifico sbandierato dai no vax”, eccetera. Che questo Premio Nobel sia il volano per le prossime speculazioni sulla salute dell’umanità, lo vedremo presto.
  3. il Premio Nobel 2023 si tinge tristemente di promozione politica impregnata di conflitti di interesse, dato il ruolo aziendale rivestito dalla Dr.ssa Kariko’, che è vicepresidente di una importante azienda farmaceutica, la Biontech associata a Pfizer nella produzione dei farmaci a mRNA. La presenza di palesi conflitti di interesse è veramente imbarazzante anche se non sorprende, data la penetrazione degli interessi finanziari nella nostra società.
  4. Normalmente i Premi Nobel vengono assegnati a molti anni di distanza dalla scoperta, mentre gli studi di Karikó e Weissman sugli mRNA risalgono al 2008, quindici anni fa. Per la precisione, nella categoria “Medicina” gli scienziati attendono in media 26 anni per ricevere il riconoscimento, come riportato dall’autorevole rivista Nature (Tozer, L. (2023). Scientists are waiting longer than ever to receive a Nobel. Nature.). E non dimentichiamo che l’applicazione della tecnologia così celebrata nelle motivazioni del Nobel (vaccini a mRNA contro COVID-19) risale a soli tre anni fa. Ecco un’altra evidenza della pressione politica sul Premio Nobel. Solitamente la scienza è cauta nel giudicare la portata delle scoperte, ma non per questo Premio Nobel 2023; dato il crescente numero di pubblicazioni scientifiche ed evidenze statistiche che stanno uscendo con una narrazione discordante dal mainstream, perché non lasciare agli studi epidemiologici e di settore il compito di verificare se questi prodotti commerciali sono sicuri e se la tecnologia va premiata con un Nobel per questo utilizzo? Piuttosto, vogliamo aspettare che la tecnologia venga usata per curare il cancro? Allora sì che potremo applaudire al Nobel dato alla tecnologia che veramente ha salvato vite umane.

Francesca Silvagno
Dipartimento Salute e Scienza CLN